Scribit
Scribit è la storia della seconda start-up italiana per ammontare complessivamente raccolto tramite una piattaforma di crowdfunding, con circa 2 milioni e 400 mila euro.
Creatore: Makr Shakr
Prodotto: Scribit robotino
Settore: Ricreativo
Servizio: Stampa 3D
Makr Shakr (da pronunciare “Maker Shaker”) nasce nel 2013 da un’idea di Carlo Ratti, architetto e inventore, a cui Google chiede una soluzione per intrattenere gli ospiti durante la conferenza annuale a San Francisco. Quell’idea diventa il bar robotico Makr Shakr.
La vita è anche in parte formata da coincidenze fortuite: a capo dell’azienda c’è oggi Emanuele Rossetti, un imprenditore di lungo corso che chiama a sua volta uno startupper – l’ingegnere Andrea Bulgarelli – a capo della divisione tecnica.
La vita è anche in parte formata da coincidenze fortuite: a capo dell’azienda c’è oggi Emanuele Rossetti, un imprenditore di lungo corso che chiama a sua volta uno startupper – l’ingegnere Andrea Bulgarelli – a capo della divisione tecnica.
IN BREVE... |
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La sfida
La soluzione
Il risultato |
Makr Shakr decide così di investire in Scribit e l’Ing. Bulgarelli diventa presto responsabile del progetto che ad oggi conta 2 sedi a Torino e 20 tra dipendenti e collaboratori.
Che cos’è Scribit? È un robotino che scrive sul muro, sul vetro o sulla lavagna bianca e lo cancella. Sembra semplice, ma appena lo si vede all’opera si capisce che lo sforzo per arrivare al prototipo è stato enorme, per vari motivi: innanzitutto la parte tecnica, perché vi sono 4 pennarelli che devono automaticamente entrare in funzione in base ai colori del disegno o della scritta inviata tramite App. Per la soluzione trovata, una sorta di tamburo di pistola in cui i pennarelli scorrono e si bloccano all’occorrenza, è stato depositato un brevetto.
Poi il robottino deve poter cancellare quello che ha scritto: è stato individuato un inchiostro caratterizzato per trasformare il pigmento da colorato a trasparente non appena raggiunta la temperatura di 55°C. Ma come far salire la temperatura della superficie scritta fino a 55° gradi? La soluzione trovata da Andrea Bulgarelli e il suo team è stata l’utilizzo di un dischetto ceramico con all’interno una resistenza elettrica, montato direttamente sullo chassis.
Nulla in Scribit è dato al caso, dal peso di soli 1,2 chilogrammi grazie al case in magnesio, al filo in fibra tecnica ultraresistente ispirato al Dyneema, utilizzato nello sport e nella pesca d’altura.
Come per tanti progetti, il 31 dicembre è sempre una data particolare: spesso è la dead-line oltre alla quale non si può andare, si lavora giorno e notte pur di rispettarla. Così è successo per Scribit, a fine 2018 il robotino doveva essere pronto. A poche settimane dalla scadenza si vuole aggiungere una miglioria utile a resettare completamente la memoria di Scribit. Si decide che sarà inglobata nella guida luce per cui se ne progetta una nuova con un design tale da incorporare il tasto. La guida luce è quella parte visibile del case esterno che si illumina con colori diversi a seconda delle attività che compie Scribit – dalla ricezione del file da riprodurre sul muro fino alla cancellazione del testo –.
“Protolabs ci ha fornito consigli su come migliorare il design e sul miglior materiale da impiegare: si è scelto un policarbonato di colore trasparente.”
La sfida della guida luce: intanto deve lasciar passare la luce dei LED presenti sulla scheda del computer fino all’esterno, il materiale deve pertanto essere trasparente e uniforme, così da ottenere un effetto di luce omogenea. La complicazione stava nel trovare un fornitore che in poche settimane, fosse in grado di consigliare la migliore tecnologia di produzione, il migliore materiale da impiegare e capace di fornire 500 pezzi, senza la possibilità di sbagliare per non compromettere la deadline dell’intero progetto.
Grazie alla sua precedente esperienza in un’altra start up, l’Ing. Bulgarelli ha contattato Protolabs.
“Il 31 dicembre era dietro l’angolo, ma sulla velocità Protolabs riesce a mettere in campo tutte le forze di una produzione che combina 3 tecnologie – stampa 3D, lavorazione CNC e stampaggio a iniezione – e in 3 settimane dall’ordine è riuscita a consegnare 150 pezzi della guida luce, pronti per essere montati su Scribit.”
Sara Rinoldi è l’Application Engineer sulla cui scrivania finiscono alcuni dei progetti che necessitano di un occhio particolarmente esperto e attento alle criticità. Il progetto Scribit ha necessitato della sua supervisione, proprio per le tempistiche molto ristrette richieste già in fase di preventivo.
“Scribit è un caso studio particolarmente interessante perché dimostra quanto la velocità sia importante se richiesta al fornitore giusto.” Ing. Sara Rinoldi, Application Engineer di Protolabs.
"In meno di 24 ore l’Ing. Bulgarelli aveva in mano il preventivo e una prima analisi di fattibilità che gli ha dato la possibilità di dare avvio al progetto. Nelle successive 3 settimane sono state apportate 15 modifiche al design in modo da evitare spessori inutilmente elevati, problemi di sottosquadro e migliorare i dettagli. È stato anche possibile fornire un pezzo stampato in 3D per testare la forma ed il materiale. Tali interazioni, hanno permesso di ottenere il design definitivo del componente già pronto per essere stampato, senza dover aspettare modifiche agli stampi o ulteriori prove sui materiali” ricorda l’Ing. Rinoldi.
Particolarmente ristretti anche i tempi totali di immissione di Scribit nel mercato. La preserie constava di 150 pezzi ed è stata prodotta e spedita in 12 giorni lavorativi: combinare nello stesso stabilimento produttivo sia le lavorazioni CNC che lo stampaggio a iniezione, permette a Protolabs di produrre internamente lo stampo in alluminio che è successivamente impiegato per stampare i pezzi a iniezione.
“Scribit ci ha richiesto una preserie di 150 pezzi, in parte riservati al processo di test e collaudo e in parte montati nei primi robot consegnati ai clienti. In 12 giorni la nostra produzione è stata in grado di creare lo stampo attraverso la lavorazione CNC, settare le macchine per lo stampaggio, produrre 150 pezzi e spedirli al cliente. E ancora più rapida è stata la produzione dei successivi 7 mila pezzi, spediti in 10 giorni lavorativi dall’ordine, così da rispettare le consegne delle prossime settimane”, ha concluso Sara Rinoldi.